Musei e social: sarà vero?

I musei italiani sono tra i più visitati nel mondo ma purtroppo non sono presenti sui social network. E oggi non esserlo significa perdere un canale privilegiato che permette di entrare nella quotidianità delle persone.

Il sito Museum Analytics.org – piattaforma dedicata ai principali musei del mondo e alle relazioni digitali – e diverse ricerche e studi dimostrano una forte sproporzione tra il successo social dei musei all’estero e in Italia. Solo alcuni i casi disparati di un corretto uso di questi mezzi:  il Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma che però risulta solo al 116° posto della classifica internazionale. Musei esteri come il Metropolitan utilizzano in maniera integrata quasi tutti i social media più famosi, con una strategia di comunicazione che si dipana tra Twitter, YouTube, Facebook, Pinterest e Instagram.

social-musei

I grandi musei non contengono esclusivamente opere d’arte ma sono luoghi in cui la sorpresa diventa apprendimento. Il museo deve diventare centro indispensabile per la comunità, punto d’incontro e conversazione, in cui il pubblico venga coinvolto in un continuo dinamismo.

Le potenzialità offerte dalla rete permettono di progettare le proprie attività nell’ottica della nascita e crescita di prosumers, utenti attivi che creano, interagiscono e diffondono intercettando nuovi “pubblici”. Essere presenti sui social network, ormai parte integrante della vita di milioni di persone nel mondo,  rende i musei spazi aperti, accessibili. Rendere fruibili contenuti, prima durante e dopo la visita in museo, dà la possibilità di raccontare una storia e condividerla significa farla conoscere anche ad altri.

“I pezzi del museo sono unici e univoci ma i percorsi possibili sono differenti.”

Essere presenti sui social network: aumenta l’influenza e la rilevanza del museocrea degli influencer volontaripersonalizza le interazioniincoraggia la partecipazione delle comunità.

In Puglia, tra le mete più visitate in Italia, cosa starà succedendo?