NON comunicare Eataly

Oggi 31 luglio, a Bari apre Eataly, la grande manifestazione permanente dedicata al food, dopo il Giappone, New York e principali città italiane.

L’investimento è di quelli imponenti: 15 milioni di euro per 8mila metri quadri di esposizione e vendita per il meglio delle produzioni agroalimentari nazionali e pugliesi.

Per Vendola “Eataly, collocata all’interno della Fiera del Levante, può rappresentare il primo passo verso quel mondo nuovo che bisogna saper conquistare”.

“La vecchia cittadella della Fiera – ha spiegato Vendola – appartiene ad un mondo in bianco e nero che non esiste più. Occorre saper trasformare questa cittadella in un luogo della qualità, della cultura, dell’innovazione, del buon gusto. Insieme al Cineporto e alle altre localizzazioni di attività intelligenti, Eataly ci racconta come sta cambiando questo pezzo di Bari – ha concluso Vendola – città che si candida davvero a diventare una capitale culturale dell’enogastronomia nel Mediterraneo”.

Eataly-Bari

La Fiera del Levante è uno dei punti fermi per lo sviluppo del nostro territorio da più aspetti e al tempo stesso essendo dedicata all’innovazione, futuro e qualità, dovrebbe comunicare attraverso i mezzi globali per eccellenza, i social network.

Ieri c’è stata l’inaugurazione di Eataly, oggi l’apertura ufficiale, migliaia di persone stanno scoprendo i vari spazi dedicati alla manifestazione e la pagina Twitter e Facebook della Fiera del Levante che conta 10.578 mi piace e fa inserzioni a pagamento per aumentarli, ha l’ultimo aggiornamento datato l’11 luglio con nessuna foto o riferimento a questo evento che diventa oggi un fattore fondamentale di sviluppo economico, turistico e di visibilità mondiale per Bari.

Riprendendo le parole del Presidente della Regione,  come fa Eataly a raccontare come sta cambiando Bari per farla diventare capitale culturale dell’enogastronomia nel Mediterraneo se non viene gestito in modo professionale uno dei mezzi di comunicazione ormai indispensabili del luogo che la ospita?

Ai posteri l’ardua sentenza…