#FollowMe il primo documentario sui retroscena di Instagram

“Follow me”, ideato, realizzato e prodotto dall’emittente radio-televisiva pubblica olandese Vpro, spiega come e perché i finti account dominano Instagram, arricchendosi di popolarità e soldi.

Davanti alla telecamera Nicolaas Veul, uno sviluppatore di app che generano “mi piace” veri da profili falsi (ma talmente ben pensati da sembrare reali). Fin dall’inizio Veul ha voluto mettere a nudo l’ingranaggio che si cela dietro identità fake e compravendita di like e commenti.
Sotto i suoi riflettori soprattutto gli aspiranti influencer, ma anche le agenzie alla ricerca di talent capaci di “convertire”, ovvero di tramutare magicamente un post in acquisto, da mettere al servizio di brand di moda, cosmetici, food, onlus e chi più ne ha più ne metta.

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Facebook introduce FILM, funzione dedicata agli appassionati di cinema.

Facebook continua imperterrito a seguire il suo obiettivo principale: non fare uscire gli utenti dal social network!

Arriva “Film”, una funzionalità dedicata agli appassionati di cinema.
Lanciata per la prima volta negli Stati Uniti e poi in Regno Unito e Canada, Film consente di visualizzare tutti gli spettacoli cinematografici nelle vicinanze, ovunque ci si trovi, e di condividere quest’esperienza con i propri amici con un clic.

Per provare Film è sufficiente accedere al menu generale di Facebook e selezionare l’icona con l’immagine di una bobina cinematografica. A quel punto appariranno due sezioni: “Film”, con l’elenco degli spettacoli in programmazione, la descrizione, il trailer, tutte le informazioni su cast e regista e “Cinema”, con la lista delle sale, gli orari degli spettacoli e i link per acquistare il biglietto online.

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Vietato parlare male di… Facebook!

Mark Zuckerberg controlla i dati di chi parla male di Facebook: infatti, chi rappresenta una minaccia per il social network, potrebbe finire su una lista nera.

Si tratta di uno specifico elenco che raggruppa tutti coloro che rappresentano un profilo pericoloso. Questo sistema è chiamato “Bolo” (acronimo di Be on lookout, cioè essere alla ricerca) e raggruppa tutti gli utenti pericolosi. Chi finisce dentro la lista, verrà controllato da una squadra di intelligence al servizio di Facebook.

Secondo il racconto degli ex dipendenti di Facebook, per finire sotto osservazione basta poco. Non solo minacce o insulti diretti contro i dipendenti di Zuckerberg , ma anche critiche verso l’intera società.
Un esempio pratico potrebbe essere il seguente: qualora venisse rivolta una minaccia del tipo “la pagherai”, gli uomini della sicurezza procederebbero per identificare la localizzazione del profilo e verificarne la lontananza dalle sedi aziendali.

Anche gli ex dipendenti possono finire nella lista nera. Facebook fa sapere che ciò avviene solo in circostanze particolari, come nei casi di minacce e violenze. La società, infatti, si difende affermando che il team di sicurezza esiste per mantenere i lavoratori al sicuro ma, promette, questo non comporterà alcun tipo di violazione della privacy per altri utenti.

Quando i Social Media diventano reali

Negli ultimi anni abbiamo sentito molte volte l’espressione “web 2.0“, che indica l’insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono l’interazione tra i siti web e gli utenti, come i blog, le chat e i social network.

Se facciamo un salto nel tempo, se qualcuno avesse parlato di Facebook, Whatsapp, Google, tutti l’avrebbero considerato un alieno giunto da qualche galassia a noi distante.

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La fine di Google Plus

Oggi, 9 ottobre 2018, Google chiude ufficialmente Google Plus.

La fine è motivata principalmente da una falla nella sicurezza che, per oltre tre anni, avrebbe esposto migliaia di utenti a potenziali attacchi e furti di dati. È stato il Wall Street Journal a raccontare per primo della vulnerabilità con un bug che secondo la testata era noto a Google almeno dal mese di marzo.

In realtà era morto da tempo, quasi dalla nascita.

Per almeno tre motivi:

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Banksy Rivendica l’autodistruzione della sua opera

ore 19:20
Banksy rivendica l’autodistruzione della sua opera “Girl with balloon” da Sotheby’s con una frase di Picasso “The urge to destroy is also a creative urge” e questo video su Instagram…

L’ultima Opera di Banksy

 

Sotheby’s Londra.

All’asta “Girl With Balloon“, uno dei lavori più famosi di Banksy, lo misterioso street artist.
Il quadro è stato appena aggiudicato per 1.042.000 sterline e appena si è sentito l’ultimo colpo di martello, scatta l’allarme.

Tra lo stupore generale e l’imbarazzo di commessi e funzionari della casa d’aste, la tela si sfila improvvisamente dalla cornice e passa attraverso un trituratore installato nel telaio.

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Stasera abbiamo visto un piccolo pezzo del genio di Banksy. Sembra che siamo appena stati Banksyzzati“.
Alex Branczik, senior director di Sotheby

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