Il fenomeno ‘Social Street’

Siamo abituati a sentire parlare del fatto che l’Italia “copi” le idee dall’estero e le porti qui.

Per una volta, invece, è l’Italia ad essere la capostipite di un fenomeno social che si sta diffondendo nel nostro paese e anche all’estero. Si parla delle “social street”. Tutto è cominciato a settembre 2013, con un gruppo Facebook di residenti di una strada di Bologna, via Fondazza, il cui obiettivo era quello di socializzare con i vicini per creare legami, condividere necessità, professionalità, conoscenze e progetti di interesse comune.

Ad oggi, l’esempio della social street bolognese, ha fatto il giro d’Italia e del mondo, diventando un fenomeno tanto interessante a livello internazionale da interessare Richard Sennett, sociologo, critico letterario e scrittore statunitense, professore di Sociologia alla New York University che si è occupato molto dei temi della teoria della socialità e del lavoro, dei legami sociali nei contesti urbani e degli effetti sull’individuo della convivenza nel mondo moderno.

Così un semplice gruppo su Facebook diventa un principio di socialità di quartiere 2.0: ognuno fa qualcosa, offre il suo contributo, qualcuno coordina, ma poi il risultato viene scoperto insieme.

I social network possono essere mezzi utili alla comunità, basta sapere come usarli.

FQCS-viafondazza

Facebook compie 10 anni

Era il 4 febbraio 2004 quando Mark Zuckerberg, studente dell’Università di Harvard, inventa Facebook, entrando nelle vite di un numero impressionante di persone – a oggi, oltre un miliardo –  che hanno condiviso con i propri contatti pensieri e contenuti.

Il più famoso e diffuso social network nel mondo, oggi compie 10 anni e per festeggiare, Facebook ha creato “A Look Back”, un video personalizzato che raccoglie i momenti più significativi che ciascuna persona ha condiviso sulla propria timeline, dal momento della sua iscrizione fino ad oggi.

Qui, per creare il proprio https://www.facebook.com/lookback

facebook-10anni

CreativoSI CoglioneNO

Anche Noi creativi abbiamo una “campagna di sensibilizzazione”!

Per il rispetto dei lavori creativi‘ è una campagna lanciata da Zerovideo.net che spiega perfettamente la situazione in cui noi creativi con partita iva (non così tanto per libera scelta) ci troviamo: vendere idee e servizi concettuali che però non sono considerati alla stessa stregua di operazioni pratiche e materiali e quindi probabilmente non pagate o completamente sottovalutate.

Protagonisti dei tre spot sono un idraulico, un giardiniere e un antennista che nel momento di essere pagati per il proprio intervento vengono informati dal padrone di casa che “per il progetto non è previsto alcun budget”.

#coglioneNo, come si legge sul sito, “è la reazione alla svalutazione di queste professionalità anche per colpa di chi accetta di fornire servizi creativi in cambio di visibilità o per inseguire uno status symbol. E’ la reazione a offerte di lavoro gratis perché ci dobbiamo fare il portfolio, perché tanto siamo giovani, perché tanto non è un lavoro, è un divertimento”.

Avere un’idea e metterla in pratica in modo creativo è un qualcosa di incalcolabile e soprattutto a differenza di quanto si pensi, chi fa questo lavoro sul serio, ha alla base tecnica e competenze che si imparano da autodidatta o studiando e aggiornandosi costantemente, quindi non solo gioco e divertimento.

Quindi creativoSI coglioneNO



Una Coca Cola con

Genialità, fantasia e strategia di marketing sono le peculiarità della nuova campagna pubblicitaria di Coca-Cola denominata “Condividi una Coca-Cola”.

Il brand ha realizzato 800.000 bottiglie e lattine distribuite in 32 paesi, personalizzandole con nomi e soprannomi scelti tra i più comuni in sostituzione della scritta Coca-Cola.

Condivisione, regalo, estate. Sono state queste, in sostanza, le linee guida che hanno spinto Coca Cola a spingere sul “viral marketing” e l’originalità della campagna, inoltre, grazie al passaparola generato in questi giorni, è già stata di per sé una fonte di pubblicità notevole.

Fare del marchio il prodotto. Il top per ogni strategia del marketing: operazione rarissima, riuscita poche volte nella storia della pubblicità. Una maniera divertente per far sentire i giovani consumatori parte integrante di un brand.

E ho pensato di condividere una Coca Cola raccontando una bella storia…

gabriele story from Ale P on Vimeo.

NON comunicare Eataly

Oggi 31 luglio, a Bari apre Eataly, la grande manifestazione permanente dedicata al food, dopo il Giappone, New York e principali città italiane.

L’investimento è di quelli imponenti: 15 milioni di euro per 8mila metri quadri di esposizione e vendita per il meglio delle produzioni agroalimentari nazionali e pugliesi.

Per Vendola “Eataly, collocata all’interno della Fiera del Levante, può rappresentare il primo passo verso quel mondo nuovo che bisogna saper conquistare”.

“La vecchia cittadella della Fiera – ha spiegato Vendola – appartiene ad un mondo in bianco e nero che non esiste più. Occorre saper trasformare questa cittadella in un luogo della qualità, della cultura, dell’innovazione, del buon gusto. Insieme al Cineporto e alle altre localizzazioni di attività intelligenti, Eataly ci racconta come sta cambiando questo pezzo di Bari – ha concluso Vendola – città che si candida davvero a diventare una capitale culturale dell’enogastronomia nel Mediterraneo”.

Eataly-Bari

La Fiera del Levante è uno dei punti fermi per lo sviluppo del nostro territorio da più aspetti e al tempo stesso essendo dedicata all’innovazione, futuro e qualità, dovrebbe comunicare attraverso i mezzi globali per eccellenza, i social network.

Ieri c’è stata l’inaugurazione di Eataly, oggi l’apertura ufficiale, migliaia di persone stanno scoprendo i vari spazi dedicati alla manifestazione e la pagina Twitter e Facebook della Fiera del Levante che conta 10.578 mi piace e fa inserzioni a pagamento per aumentarli, ha l’ultimo aggiornamento datato l’11 luglio con nessuna foto o riferimento a questo evento che diventa oggi un fattore fondamentale di sviluppo economico, turistico e di visibilità mondiale per Bari.

Riprendendo le parole del Presidente della Regione,  come fa Eataly a raccontare come sta cambiando Bari per farla diventare capitale culturale dell’enogastronomia nel Mediterraneo se non viene gestito in modo professionale uno dei mezzi di comunicazione ormai indispensabili del luogo che la ospita?

Ai posteri l’ardua sentenza…

 

VisitBari

Da oggi comincia una nuova avventura, un progetto, un sogno..raccontare la mia città in positivo.

Bari è più di ciò che appare in tv, sui giornali, dai luoghi comuni sparsi in Italia..è anche di più dei baresi stessi che spesso la rende peggiore e degrandante soprattutto moralmente.

Bari è mare, è sole, è luogo di scoperta, è commercio, è turismo, è spontaneità, è simpatia, è  entusiasmo, è eventi costanti, è cultura non realmente conosciuta, è vivere a misura d’uomo.

E’ la mia città, la adoro e il mio obiettivo è farlo sapere al mondo!

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Lego Story

Sarò di parte perchè adoro i Lego da quando ero piccola e perdevo ore a montare, smontare e rimontare case, castelli, ecc.. ma la cosa più bella di questo video, creato per celebrare l’80° anniversario dell’azienda, è scoprire come tutto è cominciato e l’emozionante storia dietro ai mattoncini più famosi del mondo!

Ole Kirk Christiansen, pensava che i bambini avessero una creatività maggiore rispetto a quella degli adulti e con quei mattoncini non potevano solo sfogare la loro voglia di creatività ma anche di riuscire ad immaginare un mondo migliore.

LEGO, deriva infatti dall’unione delle due parole danesi “Leg Godt“, ovvero “gioca bene”.

Manifesti dal passato

Ed ecco la mia avventura con i “Manifesti del passato” con cui ho creato anche un blog – Regali dal passato.
A marzo 2012 ho letto di una notizia nella mia città – Bari – come secondaria relativa ad un ritorno dal passato di alcuni manifesti pubblicitari degli anni ’50 rispuntati dopo operazioni di pulizia su un palazzone del quartiere Libertà di Bari.
Sono andata a rendermene conto personalmente e sono rimasta esterefatta..nel particolare si tratta di un manifesto del ’52 raffigurante un bambino con un cane – con qualche ricerca su web sono riuscita a scoprire essere del Formaggino MIO – ; sotto si riesce a leggere di un altro manifesto di comunicazione politica per l’arrivo a Bari di un onorevole Giusto Tolloy probabilmente agli inizi del 1950 e sotto ancora di un evento relativo al 1947.
Qualche metro più in là alcuni manifesti della China Martina Lixy, presumibilmente dei primi anni ’50 come confermato da alcune ricerche su web confrontandoli con altri manifesti degli stessi anni da cui ci rileva lo stesso stile.
Il passato ci ha regalato qualcosa di unico.

Ho creato un pò di buzz attorno a questa notizia per cercare di spingere chi di competenza a tutelarli e a conservarli per evitare che clima e vandali li distruggano per sempre..e Antenna Sud mi ha dato una mano invitandomi al TG presentato dalla direttore Annamaria Ferretti per parlarne (al min. 44.20 ci sono io!)..

manifesti_anni_50_bari

sfondobianco