Siamo abituati a sentire parlare del fatto che l’Italia “copi” le idee dall’estero e le porti qui.
Per una volta, invece, è l’Italia ad essere la capostipite di un fenomeno social che si sta diffondendo nel nostro paese e anche all’estero. Si parla delle “social street”. Tutto è cominciato a settembre 2013, con un gruppo Facebook di residenti di una strada di Bologna, via Fondazza, il cui obiettivo era quello di socializzare con i vicini per creare legami, condividere necessità, professionalità, conoscenze e progetti di interesse comune.
Ad oggi, l’esempio della social street bolognese, ha fatto il giro d’Italia e del mondo, diventando un fenomeno tanto interessante a livello internazionale da interessare Richard Sennett, sociologo, critico letterario e scrittore statunitense, professore di Sociologia alla New York University che si è occupato molto dei temi della teoria della socialità e del lavoro, dei legami sociali nei contesti urbani e degli effetti sull’individuo della convivenza nel mondo moderno.
Così un semplice gruppo su Facebook diventa un principio di socialità di quartiere 2.0: ognuno fa qualcosa, offre il suo contributo, qualcuno coordina, ma poi il risultato viene scoperto insieme.
I social network possono essere mezzi utili alla comunità, basta sapere come usarli.





