Perché essere sui social

Perché essere sui social? E farlo BENE! 

 

I consumatori esprimono e condividono le loro opinioni sui brand.
È quindi fondamentale partecipare e impegnarsi in modo continuativo per tutta la durata di vita di un prodotto o servizio ed interagire con il cliente mantenendo le relazioni e aumentando la fedelta dei consumatori.

 

Le pratiche di consumo sono influenzate sempre meno da TV e 6×3 e sempre più da ciò che accade sui social media. I social sono diventati il veicolo preponderante di informazione e aggiornamento sul mondo.

 

Cosa? Dove? Con chi?

I social ci aiutano a scegliere.

I contenuti più ricercati:

  • Informazioni utili;
  • Offerte e sconti;
  • Recensioni e pareri;
  • Emozioni.

Social Life

Ogni giorno, milioni di persone si scambiano opinioni e pareri su prodotti e servizi, consultano le pagine aziendali per essere aggiornati e avere notizie in tempo reale.

Le persone si aggregano in community e sono propense ad acquistare prodotti, usare servizi e fare esperienze consigliate dagli amici, o che hanno visto fare a loro.

 

 

I contenuti interessanti sono una delle 3 ragioni per cui le persone seguono un brand sui social.

 

 

I social cercheranno di ampliare sempre di più le loro funzionalità per cercare di trattenere l’utente dento le loro app. Sono così importanti perché diventeranno sempre più il luogo dove passeremo più tempo e permetterà alle aziende di profilare completamente il pubblico. C’è bisogno di essere dove è il nostro pubblico: sui social.

La partecipazione non è più un’opzione ma una necessità.

 

4 vantaggi di Facebook Canvas

Arrivati finalmente in Italia i Facebook Canvas, un nuovo formato per la pubblicazione di post organici e inserzioni pubblicitarie; “un’esperienza a schermo intero“, ottimizzata per i dispositivi mobili e può contenere una combinazione di immagini, video, testo e link.

E’ una opportunità di comunicazione su Facebook che permette quasi di avere una sorta di app per ogni contenuto data la possibilità di personalizzare il Canvas con immagini, link, testi, video, bottoni che rimandano ad ecommerce.

Infatti questa opportunità permette agli utenti di fare acquisti senza lasciare Facebook.

Il post si apre su tutto lo schermo, lasciando la libertà di navigare fra video e foto come se fosse la pagina di un sito. Considerando che la maggior parte del tempo che le persone trascorrono online è speso su mobile, queste funzionalità rendono la navigazione più coinvolgente offrendo diversi tipi di contenuti multimediali con cui interagire.

facebook-canvas-bari

Per creare questo tipo di post e inserzioni basta andare nel pannello di amministrazione della pagina aziendale e cliccare su “Strumenti di pubblicazione” e cominciare a creare i proprio contenuti.

4 vantaggi di Facebook Canvas:

  • Si possono modificare (in qualsiasi momento prima del salvataggio);
  • L’url dopo il salvataggio si può inserire nella inserzione (con obiettivo ‘clic su sito web’ ‘ottenere conversioni su sito web’);
  • L’aggiunta dell’unità Canvas a un’inserzione non influenza il costo dell’inserzione;
  • Sono facili da creare e stanno aiutando gli inserzionisti a raggiungere gli obiettivi, sia che vogliano rafforzare i brand sia che desiderino promuovere i prodotti.

La grande forza dei Canvas è sicuramente la capacità di raccontare storie con una serie infinita di combinazioni fra i formati e modalità di visualizzazione.

Un esempio che ho creato personalmente qui

Far diventare un successo un evento sconosciuto

Oggi è 21 febbraio 2016 ed è uno di quei giorni in cui professionalmente mi sento soddisfatta.

Seguo la comunicazione social del Teatro Palazzo di Bari, un contenitore culturale storico della città (di 700 posti circa) che ha avuto varie fasi: da teatro a cinema, poi stop per qualche anno e dal 2013 finalmente ritornato a svolgere la sua attività iniziale. E da qui sono arrivata io.

Dal 2013 piano piano si sono seguite diverse strategie per rilanciare il teatro, promuovere gli spettacoli e far conoscere al pubblico la sua nuova veste.

In questa stagione 2015-2016 è stato programmato uno spettacolo di una compagnia di danza famosa in USA ma non in Italia. Le premesse non erano delle migliori ed era stato considerato quasi come un azzardo.

catapult-teatropalazzo-bari

 

La strategia adottata sulla pagina Facebook ha previsto:

  • immagini di grande impatto;
  • video in autoplay di max 18 secondi;
  • creazione dell’evento e aggiornamenti settimanali dello stesso;
  • post promossi;
  • sponsorizzazioni video;
  • moderazione dei commenti in un tempo massimo di 15 minuti.

 

Aggiungo che non è stata fatta alcuna campagna offline di promozione dello spettacolo, se non alcuni articoli informativi su giornali locali.

L’evento ‘inizialmente sconosciuto’, in programma ieri sabato 20 febbraio 2016, è stato un successo. Soldout e richieste fino all’ultimo momento da parte del pubblico della possibilità di aggiungere un’altra data dello spettacolo.

A chi ancora non crede e non investe nel social media marketing (fatto correttamente!)…

 

 

Distruggere un’azienda in pochi secondi

Un post di oggi sulla pagina Facebook di Melegatti recita: “Ama il tuo prossimo come te stesso… Basta che sia figo e dell’altro sesso!“.

melegatti-omofobia

In pochi secondi, sulla pagina dell’azienda famosa in Italia per il pandoro, si è scatenato il putiferio.

L’azienda cambia il testo  in “Ama il tuo prossimo come te stesso. Basta che sia figo e del sesso che vuoi”, per poi essere definitivamente rimossa.

 

Ma su Google sono già presenti i primi articoli che accusano Melegatti di omofobia. Le recensioni nella pagina nell’arco di pochi minuti si riempiono di feedback negativi ad 1 stella, andando ad abbassare drasticamente il range medio della pagina.

Questa situazione dimostra che le aziende dovrebbero tenere nella rete un tono comunicativo quanto più neutrale possibile. Non prendere posizione su fatti legati alla cronaca, su trend della società o del consumo o su altri eventi che potrebbero urtare la sensibilità anche di una sola fetta di mercato.

L’azienda ha risposto con questo messaggio:risposta-melegatti-omofobia

Sorge spontanea la domanda: “Ma l’agenzia chi l’ha scelta?!”

 

Musei e social: sarà vero?

I musei italiani sono tra i più visitati nel mondo ma purtroppo non sono presenti sui social network. E oggi non esserlo significa perdere un canale privilegiato che permette di entrare nella quotidianità delle persone.

Il sito Museum Analytics.org – piattaforma dedicata ai principali musei del mondo e alle relazioni digitali – e diverse ricerche e studi dimostrano una forte sproporzione tra il successo social dei musei all’estero e in Italia. Solo alcuni i casi disparati di un corretto uso di questi mezzi:  il Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma che però risulta solo al 116° posto della classifica internazionale. Musei esteri come il Metropolitan utilizzano in maniera integrata quasi tutti i social media più famosi, con una strategia di comunicazione che si dipana tra Twitter, YouTube, Facebook, Pinterest e Instagram.

social-musei

I grandi musei non contengono esclusivamente opere d’arte ma sono luoghi in cui la sorpresa diventa apprendimento. Il museo deve diventare centro indispensabile per la comunità, punto d’incontro e conversazione, in cui il pubblico venga coinvolto in un continuo dinamismo.

Le potenzialità offerte dalla rete permettono di progettare le proprie attività nell’ottica della nascita e crescita di prosumers, utenti attivi che creano, interagiscono e diffondono intercettando nuovi “pubblici”. Essere presenti sui social network, ormai parte integrante della vita di milioni di persone nel mondo,  rende i musei spazi aperti, accessibili. Rendere fruibili contenuti, prima durante e dopo la visita in museo, dà la possibilità di raccontare una storia e condividerla significa farla conoscere anche ad altri.

“I pezzi del museo sono unici e univoci ma i percorsi possibili sono differenti.”

Essere presenti sui social network: aumenta l’influenza e la rilevanza del museocrea degli influencer volontaripersonalizza le interazioniincoraggia la partecipazione delle comunità.

In Puglia, tra le mete più visitate in Italia, cosa starà succedendo?

 

This is Storytelling

Una delle parole più usate in tutte le salse e per qualsiasi settore o ambito inerente la comunicazione è Storytelling. E’ un termine non esattamente traducibile nella nostra lingua. Se proprio volessimo tradurlo dovremmo arrivare ad usare la locuzione: “comunicare attraverso racconti”.

Avere una buona storia e qualcuno a cui raccontarla. Ma soprattutto, il saperla raccontare e proprio questo può diventare un fattore determinante per distinguersi dalla massa e per emergere e conquistare il proprio pubblico. Nulla attira la nostra attenzione più di una buona storia.

Una recente ricerca psicologica ha rivelato come la gente vuole abitare i mondi dei racconti a causa di come le storie funzionano nel cervello. Proiettiamo sempre noi stessi in tutti i tipi di mondi raccontati (libri, film, e altri) per capirli. Ne consegue che maggiore è la capacità delle persone di proiettarsi in un mondo, maggiore è la loro comprensione ed attaccamento alla storia stessa.

Il video “The Story of Sarah & Juan” di ExtraGum è un esempio perfetto di tutto ciò.

Il TEDx finalmente a Bari

TED è un’organizzazione no-profit che ha l’obiettivo di diffondere “idee che meritano di essere condivise”. Nata ben 30 anni fa come una conferenza di quattro giorni in California, TED è cresciuta nella sua “mission” attraverso molteplici iniziative. Le conferenze TED hanno visto alternarsi personaggi e icone mondiali come Bill Gates, Jane Goodall, Elizabeth Gilbert, Sir Richard Branson e tanti altri.

Nello spirito delle “idee che meritano di essere diffuse“, TEDx rappresenta un programma di eventi locali, organizzati in modo indipendente, che si propongono di riunire il pubblico per condividere le proprie idee su un determinato argomento.

Finalmente questo evento così internazionale è arrivato anche a Bari, sabato 3 ottobre 2015, con il TEDxBari e il tema scelto per questa edizione numero 0 è la Resilienza. Si è affrontata questa ‘capacità di reagire a un evento traumatico non opponendogli resistenza, ma assimilandolo in un processo di trasformazione‘ sotto molteplici aspetti, da quello scientifico e chimico a quello cinematografico, letterario e imprenditoriale.

Sul palco per 18 minuti ciascuno – come da regolamento TED – hanno parlato della loro idea di Resilienza scienziati, scrittori, artisti, diplomatici, imprenditori. Tra questi Ersilia Vaudo Scarpetta, astrofisica dell’ESA, Stefano Baldi, direttore della formazione del Ministero degli Affari esteri, Matthew Watkins, con  una performance di fingerpaintingNicola Lagioia, premio Strega 2015 per il romanzo “La ferocia”, Aldo Pecora, fondatore di “Ammazzateci Tutti”, Emilio Leo, architetto e imprenditore calabrese che ha raccontato la storia dell’impresa di famiglia, il Lanificio Leo, la fabbrica tessile più antica della Calabria, Danielle Norrenberg, direttore formazione per L’Oréal Italia, la giornalista e scrittrice Farian Sabahi.

tedxbari

Grande successo di pubblico nel Teatro Margherita, sede dell’evento, ma anche online con la diretta streaming sul sito http://www.tedxbari.it. In Puglia il TEDx tornerà il 7 novembre 2015 a Lecce con il tema ‘Revolutionary Road‘.