La sensazione che mi ha lasciato Amsterdam è strana perché tutti la descrivono come la meta per divertimento fuori misura, funghetti dalle strane conseguenze e sesso estremo ma in realtà credo che sia ANCHE questo ma tanto altro di più.
È la città da fotografare! Qualsiasi canale, ponte e costruzione fa venire l’impeto di scattare.
Per me e le mie compagne di viaggio, è la città di Anna Frank con quella sensazione di angoscia mista a rabbia che stranamente ci ha fatto rimanere in silenzio per tutto il giro nella sua casa, del museo di Van Gogh che al suo interno ha happy hour e djset, dei tulipani, delle biciclette usate in ogni modo (anche da una mamma con il bimbo a salopettes che portava gli altri 2 più grandi in una specie di sidecar davanti alla bici!), della condomerie dove esistono i libroni dei condom praticamente come quelli delle partecipazioni di nozze, della ricerca del più antico negozio di liquirizie, dei vintage shop, del negozio dei bottoni che abbiamo costretto a far aprire nonostante fosse chiuso da mezzora, delle suonate al pianoforte nel nostro bellissimo b&b gestito da un giapponese.
Ripeto la frase di una delle mie compagne di viaggio: “Qui sorridono tutti!”
