“In questi ultimi mesi, è mutato lo sguardo. Non solo quello che rivolgiamo a noi stessi, ma soprattutto quello che posiamo sugli altri. I nostri occhi sono ormai costantemente velati dal sospetto. Perché ci si scruta reciprocamente, sì, accade a chiunque di farlo: perché ti avvicini? Che cosa vuoi? Non ti azzardare a toccarmi!
È il corpo che ci siamo persi per strada in questi due mesi di isolamento e,insieme al corpo, sono spariti gli odori e i colori e il contatto e le carezze e i baci e i sospiri. E quando il corpo scompare, svanisce pure la possibilità di sentire o provare ciò che l’altro sente o prova”.

