“Tutto ciò che conta nel cinema è inspiegabile”, diceva Wim Wenders, e spesso succede nella vita reale. Il Bif&st di Bari è un festival che fa sognare, fa credere di essere per una settimana in un posto magico, pieno di persone che raccontano la loro storia, le loro esperienze ed emozioni.
Questi racconti parlano di attori, registi, film e sceneggiature ma soprattutto di ritratti personali ed intimi, aneddoti e scenette che non si potranno mai leggere in nessun libro ma solo sentite direttamente dalla bocca e dal cuore di chi le ha vissute.
Seguire questo festival è ormai diventato un appuntamento fisso per me, dall’edizione pilota del 2009 ma quest’anno ho conosciuto il Bif&st come giuria popolare della sezione “Opere prime e seconde”. Noi 30 giurati siamo stati parte del successo del film dell’anno 2016 per eccellenza “Lo Chiamavano Jeeg Robot“, premiando Gabriele Mainetti come miglior regista.

È stato il primo Bif&st senza Ettore Scola ma lui in qualche modo continuerà sempre ad esserci…
